Venerdì 24 febbraio, eravamo presenti al Convegno organizzato dall’Associazione Ci siamo anche noi in collaborazione con IEG – Italian Exhibition Group, in occasione di Abilmente – Il Salone delle Idee Creative.

Di seguito alcuni appunti dei vari interventi dei relatori. Li condividiamo, sempre in forma di appunti, perché sono emerse tematiche importanti e ci auguriamo che leggendoli, possano fornire anche ad altri spunti su cui lavorare.

Presentazione da parte di Ci Siamo Anche Noi dell’esperienza ad Abilmente 2022

La creatività sociale nasce dentro un contesto legislativo.

Quello che non è vietato si può fare.

La creatività è la capacità di pensare al di fuori degli schemi.

Noi dobbiamo andare oltre per affrontare le sfide della disabilità, ci serve una creatività gigantesca e dobbiamo riuscire ad utilizzarla, pensando dentro un quadro specifico.

L’Ente Pubblico ci fornisce le cornici per affrontare la disabilità, ma è il terzo settore che dipinge  il quadro.

Noi dobbiamo vedere il tutto in una logica di co-progettazione, dove anche la narrazione della co-progettazione (Pubblico, Comuni, ETS, profit) è importante.

Per noi è emersa da subito l’importanza di raccontarci come gruppo di operatori e ragazzi con disabilità.

Abbiamo 5 gravissimi inseriti in stand, siamo un gruppo coeso composto da varie figure: da chi fa prodotti, da chi va in fiera, da chi alla fine fa i conti e racconta. Abbiamo imparato a valorizzare la nostra dignità raccontandoci, senza alcun pietismo.

Il nostro banco di prova è stato il telefonare e chiedere al presidente di Abilmente se fosse possibile una collaborazione. Ci ha risposto con entusiasmo SI, anche se al momento non aveva idea di come avrebbe funzionato, ma era un SI convinto che è stato non smentito dai fatti.

È fondamentale non improvvisare ed essere professionali, proporre qualità pari alle ditte profit che espongono in Fiera.

Sennett dice che la creatività ci viene dai ragazzi disabili.

Noi abbiamo lavorato per trovare un ruolo per tutti, in questo progetto. I ragazzi ci hanno insegnano le relazioni attraverso il loro punto di vista.

 La fiera di Abilmente si presta come idea di fondo.

Il Progetto Fiera è durato sei mesi ed è stato realizzato all’interno del progetto educativo personalizzato sui singoli ragazzi.

Per trovare il modo migliore di approcciarci a questo lavoro abbiamo fatto riunioni settimanalmente tra operatori e ragazzi.

Siamo partiti da una indagine di mercato su internet, per capire cosa era richiesto e cosa poteva essere venduto.

Poi abbiamo deciso come realizzare gli oggetti da proporre.

Non volevamo che essi fossere troppo stereotipati, ma che rappresentassero le nostre idee su come deve funzionare il gruppo di lavoro.

Abbiamo poi calcolato i tempi, organizzando le attività nel miglior modo per riuscire a produrre i prodotti per la data della Fiera.

Nel centro Diurno di è creato cosìun ambiente molto più ordinato e tranquillo, rispetto a prima.

Tutti gli ospiti sono ragazzi giovani, per l’occasione hanno sperimentato un soggiorno di lavoro di una settimana, come capita ai loro coetanei. Qualcuno ha resistito per tutto il tempo, qualcuno no, comunque è stata un’esperienza importante per tutti.

Alla fine abbiamo realizzato degli oggetti che riscontravano parere favorevoli.

Il primo giorno della Fiera, i ragazzi nello stand si presentavano dicendo: questa è una associazione che aiuta i disabili.

Con il passare del tempo sono riusciti a dire: siamo un gruppo di persone con caratteristiche diverse che producono questi prodotti.

La platea a disposizione in fiera è enorme. Abbiamo avuto l’occasione di spiegare il nostro lavoro e condividere l’esperienza.

Molti hanno voluto portarsi a casa un oggetto prodotto dal gruppo.

Assieme all’oggetto, abbiamo trasmesso a tutti i profit il concetto della Responsabilità Sociale d’impresa, che integra gli aspetti relazionali con quelli economici.

Nel territorio nostro, ci sono aziende profit che regalano materiale o mettono a disposizione determinate lavorazioni per aiutare i no profit.

Questo si riflette nella loro economia di relazioni, di rapporti, imparano a narrare questo loro tratto per far conoscere meglio l’essenza della loro azienda.

La nostra presenza di in fiera ha avuto un forte impatto sociale e culturale che vogliamo condividere con altre associazioni no profit.

È stata la nostra opportunità ma vorremo fare in modo che sia stata un’opportunità anche per altri. A volte le associazioni si accaniscono tra di loro, per portare a casa qualcosa tutto per sé.

Questo, secondo noi, non è corretto. Bisogna pensare in grande, per avere più forza e narrare il bene comune, per la comunità e il territorio.

Appunti su Intervento dottor Paolo Tomasin, sociologo.

Questo evento ha creato Contaminazione Socio Economica.

Ho fatto ricerca in camera di commercio, il profit, il no-profit e il pubblico, sono tre spicchi di un unico pianeta organizzativo.

Questo crea Impact organization.

Non si può prescindere dal Massimo impatto sociale da realizzare di pari passo con massimo guadagno.

Il profit e il  no-profit non si conoscono perché non comunicano tra di loro. E il Pubblico non comunica con i due.

Le reti associative profit di solito aggregano per fini banali, ad esempio per stipulare delle assicurazioni oppure, nel caso delle cooperative, per fare revisioni contabili.

Misurare l’impatto è contare i beneficiari della nostra azione come associazioni.

Le aziende imparano l’efficacia di un approccio educativo per adempiere al progetto formativo dei loro addetti.

Serve una mappatura del profit nei singoli comuni a disposizione del no-profit.

Il no-profit deve essere visibile e confrontarsi con un linguaggio comune.

Il cambiamento dev’essere culturale; bisogna cambiare le pratiche organizzative e cambiare i sistemi di misurazione del valore dell’impatto sociale.

Le relazioni sociali sono anche ambientali.

Appunti su Intervento Marco Chiarello Exhibition Manager di Abilmente

La Fiera non risponde alla logica mercato, risponde alla ricerca di idee da parte della rete sociale. Quello che raccontiamo oggi è un Progetto di didattica e terapia.

Per la prossima edizione servirà capire come esporre, in modo esponenziale, l’approccio che ha creato questo convegno.

La creatività sociale-culturale-artistica è un mezzo che ci porta a chiederci cosa possiamo fare, come welfare, per creareuno spazio sociale in fiera.

La Fiera vuole raccontare storie di vita, non vuole mercatini o far pagare stands preallestiti.

La cooperativa Ci siamo anche noi ci ha sottoposto una proposta progettuale con obiettivi e valori coerenti con la proposta della fiera.

Partendo da questa esperienza, prevediamo di inserire altre due realtà, nell’edizione di ottobre.

I relatori della cooperativa sono a disposizione per trasferire a gruppi di operatori la loro esperienza.

Il pubblico ha bisogno di storie di vita.

Ne è seguita una Tavola Rotonda con i partecipanti

Domande dal pubblico alla Cooperativa: Cosa spinge la tua creatività?

Risposta della Cooperativa: Creare una frase che ci porti a superare il prossimo anno di lavoro. Prodotti creati su una idea, che la trasmettono. La Coop è costretta a narrarsi.

Risposta di un ragazzo disabile: siamo diventati Esperti in un rapporto tra pari.

Considerazioni generali: Il processo espresso oggi è esattamente quanto viene chiesto nei tavoli di co-progettazione, nei Piani di Zona tra AULLS, no profit e Comuni.

Proposta: La prossima edizione di Abilmente creare un unico stand che rappresenti tutti.

Fare un unico prodotto simbolo che rappresenti l’innovazione vista oggi

Chiusura interventi da parte di coop: È l’impronta valoriale, quella che dobbiamo lasciare. Come si misura? È fondamentale capirlo.

Bisogna rendicontare, narrare questa esperienza, raccontare quanto sono cambiate le persone che hanno partecipato ad Abilmente. Queste sono le cose che restano e che cambiano il mondo.

Le vere risorse sono quelle relazionali


Appunti raccolti da Leda Miele per Anffas Vicenza APS e Fondazione Anffas Vicenza Ferruccio Poli Onlus